autocoscienza · pensieri e riflessioni

Non è che ci sarebbe un Piano C?

Unfinished European Union Flag puzzle
immagine dal web

Quindi, se non ho capito male…

Abbiamo un Piano A, che -se non ho capito male- consisterebbe nel fare la voce grossa per convincere l’Europa a farsi carico delle sue quote di migranti.

Abbiamo un Piano B, che – sempre se non ho capito male – consiste nel concedere ai migranti permessi di soggiorno farlocchi (pardon, temporanei), giusto per dar loro modo di varcare i confini italiani e andare dove vogliono.

Il tutto nell’ambito degli Accordi di Dublino, certamente sconosciuti ai più fino a poche ore fa, ma – mi vien da dire – sconosciuti anche a chi per conto dell’Italia li firmo alcuni anni fa, che accollano al Paese di primo approdo l’onere di esaminare tutte le richieste di asilo da parte dei migranti entrati irregolarmente nel Paese stesso.

Ora, mi rendo conto che alcuni anni fa la situazione era diversa (o facevamo finta di vederla diversa)… ma ci voleva tanto a rendersi conto che nell’80% dei casi il Paese di primo approdo siamo noi? Vero è che molte di queste persone non hanno in mente di rimanere a lungo da noi.. ma l’emergenza sempre a noi tocca.

Peraltro, ora che ci lamentiamo tanto dell’indifferenza dell’Europa ai “nostri problemi”, secondo me ci dimentichiamo di tutti i profughi arrivati (e arrivanti tuttora) dai Paesi dell’est Europa negli anni, che non credo siano giunti da noi come Paese di primo approdo… forse la Germania ne ha accolto più di qualcuno.

Non metto in dubbio il fatto che l’atteggiamento europeo di assoluto disinteresse in questo momento (francesi in cima alla lista) sia moralmente condannabile… ma non ci sarebbe un Piano C?

Ah no, scusate: forse il Piano C è affidare i migranti ai passeurs e infilarli su per i monti sperando che arrivino in fretta dall’altra parte; prima che i francesi se ne accorgano.

Sarà che è lunedì e non sono molto vispa, ma mi sento alquanto perplessa.

5 pensieri riguardo “Non è che ci sarebbe un Piano C?

  1. il piano C è mandare a casa politicanti e burocrati e sostituirli con gente nuova non prima di aver testato la loro (ehmmm) intelligenza e preparazione. Altrimenti, passata questa emergenza, possiamo tranquillamente sederci ad aspettare la prossima. E poi quella dopo, e quella dopo ancora.
    L’Italia è un paese in affanno…

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  2. E chi glelo fa il test? Gli stessi intelligentoni che ci sono in giro ora? Io e te? La vita è una continua emergenza, non se ne verrà mai fuori; o si impara “a ballare sotto la pioggia” o si può allegramente annegare. Il problema è che altri ballano meglio di noi, o sono comunque più bravi a farlo credere.

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