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Vita e morte di un blog

C’era una volta una ragazza che, sentendosi incastrata in una vita non più sua e necessitando di cacciare alla testa pensieri poco gradevoli, alcuni anni fa aveva preso l’abitudine di scappare nell’unico modo comodo che aveva a disposizione; ovvero gironzolando per il web alla ricerca di belle cose, bei pensieri e belle immagini.

Non essendo molto pratica del settore e non avendo allora – ebbene è così – la più pallida idea di cosa fosse un blog, incappare in uno di questi per puro caso mentre cercava una ricetta per fare la marmellata di cipolle di Tropea fu per lei un momento di grandi rivelazioni.

Il blog in questione era “il Cavoletto di Bruxelles”; oggi praticamente un’icona, allora poco più di un diario casalingo, ma bello ma bello che lei non riusciva a staccarsene.

Da lì era un attimo spiccare il volo e scorrazzare per i vari link, e poi per i link dei link e così via. In questo modo aveva collezionato un infinito elenco di blog di cucina, uno più carino dell’altro, dai quali aveva anche diligentemente (e assurdamente) stampato una discreta quantità di ricette: per lo più mai provate, ma ritrovate giusto l’altro giorno nel risistemare uno scatolone perduto.

Rileggendo i nomi ormai dimenticati dei blog da cui erano tratte, è scattata la curiosità di vedere a che punto fossero arrivati. E lì.. un po’ di delusione.

Alcuni sono spariti nel nulla: impossibile trovare la pagina, errore numero vattelapesca etc.; altri si sono invece trasformati in qualcosa di iper patinato (brave le loro autrici…), ovvero sono stati inglobati nella sezione blog dei siti di riviste, praticamente nessuno era più quello che ricordava.

La ex ragazza si è sentita a quel punto un po’ persa. In quel periodo erano stati (anche un po’ stupidamente) una piccola oasi di serenità, uno spazio tutto da esplorare in santa pace la sera, messe finalmente a nanna due bimbe ancora piccole, nel silenzio per lei assordante e sconcertante di una grande casa in un grande nulla.

Esplorare quei blog era come entrare nel calore della cucina di un’amica per sedersi con calma e pensare a qualcosa di confortante e profumato; scoprire che questa cucina è stata demolita e non è più in funzione lascia un piccolo senso di smarrimento.

Da quando, poi, fu  Il Blog ancora tanta acqua è passata sotto i ponti: oggi la ragazza ha avuto l’idea bizzarra di andare a sbirciare sul vecchio blog che fine abbiano fatto tanto siti che seguiva/che la seguivano, ad alcuni dei quali era parecchio affezionata. Pessima idea.

12 pensieri riguardo “Vita e morte di un blog

  1. Ci sono cucine reali nelle quali accomodarsi a bere un caffè caldo chiacchierando con un’amica un carne (tanta…) e ossa. Sempre che sia ancora capace di dare serenità e calore.

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  2. Ti capisco benissimo riguardo i blog. Sono passati oltre dieci anni da quando ne ho uno e ne ho viste di cotte e di crude, per restare in tema culinario. E’ che è difficile mantenere la costanza di scrivere senza farsi prendere da altro, nel bene e nel male.

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      1. E’ così anche per me. Quando non guardo il blog però è solo perché sono preso da altro, non perché non ne abbia voglia. Ultimamente mi sto quasi imponendo di seguirlo con frequenza, soprattutto perché mi piace sia scrivere sia leggere e navigare tra altri blog.

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      2. Leggere gli altri blog è sempre stimolante, si scoprono esperienze, pensieri e sensazioni che fanno davvero riflettere. Quanto alla scrittura, se penso a tutti i post che ho iniziato e cestinato perché mi sembravano assolutamente banali.. Uff. Aiuto .. Non sempre è facile trovare il modo giusto per esprimere un pensiero

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      3. Ecco, il mio problema è il tempo… si capisce dal ritardo con cui ti rispondo! Se avessi tempo riuscire anche a trovare il modo migliore per esprimermi ma spesso vado di fretta e, come te, abbandono scritti in bozze a data da destinarsi…
        Leggere è lo stesso. Seguo tanti blog e mi piace molto perché si spazia e si impara tantissimo sia nei contenuti sia negli stili. Ma anche lì il tempo vuole spazio…

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